Il destino di Melek si decide nel silenzio teso dell’aula di tribunale. Tutti trattengono il fiato quando Cihan alza lo sguardo e, con voce ferma, la accusa apertamente di avergli sparato. La rivelazione cade come una lama sul cuore di chi assiste: l’urlo trionfante di Hikmet lacera l’atmosfera. Esultante, proclama che finalmente Melek marcirà in carcere, mentre Sumru si contorce di rabbia repressa, costretta a stringere i pugni per non scagliarsi addosso alla sua acerrima nemica.

Il giudice, irritato da tanto clamore, richiama tutti all’ordine, ma la tensione è ormai esplosa. Bugnamin e Kanan entrano in ritardo, consapevoli di aver perso il momento cruciale: la testimonianza che ha cambiato tutto. Samet, accanto a Hikmet, sorride compiaciuto. Finalmente vedono l’odiata Melek piegata, destinata a una cella.

Tra il pubblico, Nu non riesce a trattenersi e si scaglia verbalmente contro Tassin, accusandolo di essersi illuso sulla misericordia di Cihan. Tassin, con amarezza, replica che aveva sperato fino all’ultimo in un briciolo di umanità, ma Nu lo fulmina con lo sguardo giurando che non permetterà mai a sua sorella di restare troppo a lungo dietro le sbarre.

Lo scontro degenera quando Esat provoca Nu insinuando che sarà lui il prossimo a finire in carcere. Nu, accecato dalla rabbia, è sul punto di aggredirlo, ma viene trattenuto appena in tempo da Tassin. Il giudice, furente, minaccia di espellere tutti. Poi si rivolge a Melek, chiamandola a confermare o smentire le accuse.

Tutti gli occhi si posano su di lei. Con uno sguardo di sfida, Melek nega con forza. Non è stata lei a sparare, ribadisce. Le sue parole, pronunciate con una fermezza quasi arrogante, fanno trasalire Hikmet e Samet: non si aspettavano tanta audacia. Ma il giudice, di fronte a testimonianze così contrastanti, decreta che Melek resterà in custodia cautelare. Le manette scattano, e la giovane abbassa il capo per nascondere le lacrime.

Nu e Sumru piangono mentre la vedono portata via. In un ultimo, struggente abbraccio, Sumru la stringe chiamandola “angelo mio”, mentre Melek, disperata, la chiama “mammina”. Ma il tempo finisce troppo presto: i gendarmi le separano e la portano via. Quell’auto della polizia non trascina via solo Melek, ma tutte le certezze della famiglia.

Nel corridoio, Hikmet si diverte a provocare Sumru, insinuando con veleno che dovrebbe correre dalla figlia destinata al carcere. Hassin la porta via prima che esploda un altro scontro. Ma la perfida Hikmet resta sola, consumata da un’amara consapevolezza: forse Tassin l’ha ingannata, e lei non è altro che un pedone sacrificabile.

Fuori dal tribunale, il dolore si riversa nelle strade: Nu, con gli occhi pieni di rabbia, decide che non resterà con le mani in mano. E mentre Cihan, lontano, cavalca nel vuoto, chiedendosi se ha fatto bene a tradire la donna che ama, Nu carica una pistola deciso a fargli pagare tutto. La vendetta diventa l’unico pensiero che lo consuma.

Alla scuderia, Nu punta l’arma contro di lui. Erkan cerca di fermarlo, ma viene scacciato. Solo Tassin riesce a frapporsi tra i due: se vuole colpire Cihan, dovrà sparare prima a lui. Le parole di Tassin gelano il sangue. Nu urla che avrebbe dovuto farlo da tempo, ma viene trattenuto ancora una volta. Tassin gli svela che un piano è già in corso, con una squadra di avvocati pronta a distruggere i Sanalan. Lentamente, Nu depone l’arma, ma il fuoco della vendetta continua a bruciare in lui.

Intanto, dietro le sbarre, Melek confida al fratello di aver davvero sparato a Cihan. Un segreto devastante che la consuma. Ma confessa anche di essere incinta, e Tassin la incoraggia a trovare la forza di dire tutto a Nu. Per ora, però, il peso della verità resta chiuso dentro di lei.

Nel frattempo, le crepe nella famiglia si allargano. Esat, stanco delle bugie di sua madre, esplode in un litigio furioso con Sumru. Le rinfaccia l’alleanza con Tassin, la accusa di essere una bugiarda, e in un impeto di rabbia distrugge il negozio. Prima di andarsene, la disconosce come madre: “Non sei più mia madre, non sono più tuo figlio.” Le sue parole si imprimono nel cuore di Sumru come una condanna eterna.

Mentre Sumru crolla, Gerkan si avvicina a lei con inattesa dolcezza, confortandola e prendendosi cura di lei come nessuno ha mai fatto. E in quei gesti gentili, Sumru percepisce una luce nuova che la spiazza e la confonde.

Ma i Sanalan non conoscono pace. Hikmet, consumata dalla gelosia, continua a sospettare di Sumru e Tassin, insinuando segreti nascosti, mentre Samet cerca invano di riportarla alla ragione. Nel frattempo, Sevilei si confida con Esma: la sua unica preoccupazione è capire se Cihan stia cambiando, se stia diventando come tutti i Sanalan.

E proprio mentre tutto sembra crollare, Nu ritrova un barlume di speranza. Fa visita a Melek in prigione e le promette che l’epoca dei Sanalan finirà presto. Le strizza l’occhio, le porta una rosa, e le dice che il loro tempo sta arrivando.

Ma dietro le parole di speranza si nasconde una guerra che è ormai ufficialmente aperta. Le alleanze si moltiplicano, i tradimenti si intrecciano, e ogni gesto porta i personaggi un passo più vicino al punto di non ritorno.

La notte nel cuore non conosce pietà. E per Melek, per Nu e per Sumru, l’unica certezza è che nessuno uscirà indenne da questa battaglia di sangue e di segreti.