La settimana dal 9 al 14 giugno si apre con la parvenza di normalità: Yesim e Umit partecipano a un elegante incontro con la signora Semia per organizzare una cena esclusiva. Ma l’illusione di calma è destinata a frantumarsi in mille pezzi, quando tra Istanbul e la villa si snodano eventi che segneranno per sempre la vita dei protagonisti.
Mentre si avvicina il giorno del processo per Oilum e Beram, Mualla è assalita dalla paura. Teme che sua nuora possa cambiare idea e portarle via il nipote. Per questo ordina a Ilknur di sorvegliare il bambino e decide di partire con Oilum, fingendo tranquillità. La ragazza intuisce l’ansia della suocera, ma cerca di rassicurarla: non ha intenzione di scappare, ama Caraman e desidera sposarlo.
Nel frattempo, Guzide apprende all’ultimo minuto del processo e accorre per assistervi. Con sollievo, scopre che Mualla ha finalmente accettato il divorzio, permettendo a Oilum di ricominciare con l’uomo che ama. Ma è solo l’inizio.
Intanto, Oltan e Ipek, durante un viaggio, vivono un momento di intimità che li conduce al loro primo bacio, sfociando in una notte di passione. La relazione tra i due si intensifica, mentre a Istanbul le tensioni esplodono. Tarik incarica un detective di ritrovare Kadriye, amante storica di Sezai, mentre Oilum si presenta da lui per invitarlo al matrimonio. Ma la tensione tra i due è palpabile: le ferite del passato sono ancora aperte.
Sezai, dal canto suo, è devastato: Numan è morto e la sua famiglia ha già celebrato il funerale senza attendere i parenti stretti. Affranto, decide di non partecipare alle nozze. Guzide, pur delusa, accetta la sua scelta.
Alla villa fervono i preparativi. Ilknur si dimostra sempre più invadente, ma viene messa al suo posto. Oilum prova il vestito da sposa: è raggiante. Yesim accompagna la figlia a casa di Guzide, ma poi parte con Umit per preparare una sontuosa cena per un importante uomo d’affari, Kadir Akinaslan.
Il banchetto sembra un successo. Yesim e Umit sono fiduciosi: se conquisteranno i palati, il loro futuro sarà assicurato. Intanto, Oilum e Caraman vivono le ore più belle della loro storia d’amore. Durante la festa, Guzide si commuove nel vedere la figlia in abito da sposa, e le chiede di restare sempre in contatto con lei, in gioia e dolore.
Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, una tragedia sconvolge casa di Tolga. Selin, mentre prepara un biberon, lascia sola la neonata. Quando torna, trova la bambina cianotica, senza vita. Le sue urla straziano l’anima. Tolga tenta disperatamente di rianimarla, ma è tutto inutile. La piccola è vittima della morte improvvisa del lattante. Selin si rifiuta di lasciarla andare. L’immagine della donna che stringe il corpicino senza vita lacera il cuore.
Nel frattempo, Tarik si presenta alla festa, suscitando l’ira del figlio Ozan. Guzide cerca di mantenere la calma, ma Tarik chiede insistentemente notizie di Sezai. La tensione cresce. Poco dopo, Umit serve la sua salsa speciale, destinata a Kadir. L’uomo la assaggia… e improvvisamente crolla, morto. Panico. Sirene. Urla. Nessuno capisce cosa stia succedendo.
Yesim e Umit sono paralizzati. Il sogno è finito. Il medico legale conferma: non si tratta di infarto, ma di avvelenamento. La vedova accusa con furia Yesim e Umit: “Assassini! Avete ucciso mio marito!” – li grida davanti a tutti.
La cerimonia prosegue tra lo sconcerto. Oilum e Caraman si sposano. Ma quando la polizia irrompe alla villa, la festa finisce. Mualla viene arrestata: è accusata di aver ucciso e sepolto suo figlio, Beram. Caraman prova a difenderla sostenendo che il cugino si trovi in Svizzera. Chiede una videochiamata per dimostrarlo. Ma Mualla lo interrompe: “È morto. L’ho seppellito io.”
Gelo.
Guzide, sconvolta, sente il mondo crollarle addosso. Oilum confida alla madre di aver divorziato da un uomo già morto, ingannata da Mualla. Ozan cerca di convincerla a tornare a casa, ma lei si rifiuta: si è appena sposata, e non vuole fuggire.
Nel frattempo, Selin, distrutta, continua a stringere la bambina morta tra le braccia. Dopo un lungo confronto con Oltan, accetta di consegnare il corpo ai medici. In ospedale, Tolga riceve la diagnosi: la bambina è morta per la Sindrome della Morte Improvvisa Infantile, una tragica fatalità.
In questura, le accuse contro Mualla si fanno pesanti: aveva sostenuto che Beram fosse vivo in Svizzera, mentre era già sepolto nella sua seconda casa. Interrogata dal procuratore, confessa che il figlio era in stato vegetativo da tempo, e che la sua morte è stata naturale. Ma il magistrato ordina l’apertura di un’indagine ufficiale.
Anche Yesim e Umit vengono portati in centrale. Sono accusati di omicidio colposo. Umit, sconvolto, chiama Guzide per raccontarle tutto. Crede che Kadir sia morto per una reazione allergica a un ingrediente del suo piatto. Non riesce a darsi pace. Guzide lo esorta a mantenere la calma, ma la verità è che il sospetto di avvelenamento li mette in serio pericolo.
Nel frattempo, Sezai si confronta con sua figlia Ipek. Lei è esasperata e gli dà un ultimatum: o sceglie lei o Guzide. Sezai la guarda negli occhi e pronuncia parole che sanno di disperazione: “Tu sei il mio respiro. Senza di te non posso vivere.” Ma anche lui è ormai un uomo intrappolato in una spirale di bugie e segreti.