In un bar elegante, immerso in un’atmosfera tesa e trattenuta, Serra siede con calma, una tazza di tè al gelsomino tra le mani. Non lo beve: lo tiene come un’arma, come parte di una messa in scena lucida. Sta aspettando. Il momento è vicino.
Poi, i passi di Oltan interrompono il silenzio. Sono duri, irritati, arrabbiati. È chiaro: è furioso, considera questo incontro una perdita di tempo. Serra non si gira nemmeno. Lo costringe ad avvicinarsi a lei, lo accoglie con un sorriso pungente e sarcasmo sottile. Gli offre un tè con finta cortesia, ma lui non ha voglia di scherzare. Taglia corto: vuole sapere subito il motivo dell’incontro.
Serra non si lascia intimidire. Senza perdere la calma, fa scivolare sul tavolo una cartelletta: ecografie, esami del sangue, documenti medici. Oltan pensa subito a una malattia, forse a una richiesta di soldi. Ma Serra lo spiazza: è incinta. E non è tutto. Il padre del bambino è Tolga Casifoglu, suo figlio.
Oltan la guarda con disgusto. Non crede a una parola. La accusa di mentire, di voler intrappolare Tolga, o peggio ancora, di voler sfruttare la sua posizione per ottenere qualcosa. Insinua che Serra non sappia nemmeno chi sia il padre. La offende, ma Serra resta ferma. Senza esitazione, gli dice che ha già fatto il test del DNA: le cellule fetali corrispondono perfettamente con il profilo genetico di Tolga.
Un medico entra nella stanza. Con tono neutro, conferma ciò che Serra ha già detto: il bambino è figlio di Tolga. I risultati sono stati verificati, non c’è errore possibile. Oltan non può più negarlo.
Ma anziché arrendersi, Oltan si fa ancora più minaccioso. Ordina a Serra di abortire. Non è una richiesta: è un diktat. Vuole che tutto venga cancellato in silenzio, come se non fosse mai successo. Serra, per un attimo, sembra tentennare. Ammette di averci pensato. Ma ora sente qualcosa di diverso. Tocca la pancia: non è solo un figlio, è un’eredità, un futuro.
Oltan però non ha tempo per i sogni. Le chiede, senza alcuna empatia: abortirai? Serra non risponde. Non ancora. Dentro di lei è un vortice, ma all’esterno è ferma. Forse Tolga avrebbe voluto quel bambino. Forse avrebbe desiderato una vita diversa. Ma non lo saprà mai. Perché Oltan ha già deciso: il bambino non nascerà.
Poi, la proposta: prima 20 milioni di dollari. Poi 30. Poi 10. Infine 5. Un prezzo per il silenzio. Serra dovrà sparire. America, Australia, ovunque. Basta che non si faccia mai più vedere. Nessuno dovrà sapere nulla. Nemmeno Tolga.
Quando vede che i soldi non bastano, Oltan diventa brutale. Minaccia di ucciderla, di farla sparire nel nulla. Parole agghiaccianti, dette con calma, ma cariche di veleno. Non è più una negoziazione: è una condanna.
Serra non risponde. Ma il suo silenzio dice tutto. È il preludio di una reazione che nessuno si aspetta. E proprio lì, in quel silenzio, c’è la scintilla che farà esplodere tutto.
La reazione sconvolgente di Selin è già pronta. E vi assicuriamo: non siete pronti a quello che sta per succedere.
Cosa farà Serra ora? Come cambierà tutto?
Scopritelo nel prossimo episodio. E se siete curiosi, lasciate un commento con scritto “Voglio vederlo” e continuate a seguire questa incredibile storia.