Nella puntata precedente, Tolga confessa a Elmas l’amarezza che prova verso suo padre Oltan, colpevole di aver distrutto vite con le sue azioni spietate. Nonostante Elmas tenti di offrirgli un’altra prospettiva, Tolga rivela di aver perso l’amore della sua vita a causa del padre. In un abbraccio silenzioso, Elmas gli offre un rifugio temporaneo dal dolore.
Intanto, a casa, Guzide appare segnata dalla delusione e dalla rabbia. L’odore dei libri bagnati riempie la stanza mentre lei e Sezai siedono davanti al camino acceso. I libri, strappati e per un soffio risparmiati dalle fiamme, sono accatastati vicino al fuoco per asciugarsi. Sezai la guarda con dolcezza, cercando di farle vedere il lato meno drammatico della situazione. Per lui sono solo oggetti, ma per Guzide rappresentano molto di più: ricordi preziosi, molti dei quali legati a suo padre, con dediche scritte a mano. Ogni parola è un frammento della sua vita, una traccia del passato che non vuole perdere.
Mentre sistema i libri, le mani di Guzide tremano leggermente. Un libro in particolare attira la sua attenzione. Lo apre con cautela, come se stesse toccando qualcosa di fragile e prezioso. La dedica del padre risuona nel silenzio della stanza: parole d’amore e orgoglio, un incoraggiamento a trovare sempre forza e luce anche nei momenti più bui. Il fuoco scoppietta dolcemente, il calore avvolge la stanza. Guzide trova un altro libro, un regalo di Sezai. Una dolce nostalgia la pervade. Ricorda di aver scoperto quella dedica solo dopo la nascita di Osan; allora non ne aveva compreso appieno il significato, ma ora tutto appare più chiaro. In quelle righe, Sezai le aveva rivolto una domanda sospesa nel tempo: “Perché avrebbero avuto bisogno della poesia se non potevano condividere i versi insieme?”. Una frase che era passata inosservata, ma che ora torna con tutto il suo peso.
Parlando, scoprono che quel messaggio non letto aveva creato un fraintendimento. Sezai, timido e insicuro, aveva evitato Guzide per paura del rifiuto; lei, invece, aveva interpretato la sua distanza come un volontario allontanamento. Nel silenzio intimo di quel momento, Sezai apre il suo cuore: confessa di non aver mai trovato il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti. Racconta di quel giorno in cui, finalmente deciso a parlare, Guzide gli aveva annunciato il suo fidanzamento con Tarik. Davanti al camino, con le fiamme che lentamente asciugano le pagine dei libri, la verità emerge portando con sé un misto di rimpianto e speranza. Il passato si svela in una nuova luce e il presente sembra aprirsi a nuove possibilità.
Guzide si lascia andare a una confessione: mai avrebbe immaginato i sentimenti di Sezai. Per anni ha creduto che la sua distanza fosse solo timidezza, senza mai intuire la profondità delle sue emozioni. Sezai abbassa lo sguardo, quasi imbarazzato. Lei, l’unica figlia del giudice Rasim, cresciuta tra libri e buone maniere; lui, un semplice ragazzo di campagna. Due mondi che, agli occhi di Sezai, non avrebbero mai potuto incontrarsi davvero. Guzide sorride amaramente: “Abbiamo perso tempo”, mormora. Ma Sezai la riprende con dolcezza: “Il tempo non è stato sprecato. Hai due figli meravigliosi”. Il sorriso di Guzide si allarga, più sincero ma con una punta di malinconia.
Nel frattempo, all’ospedale, Tolga è immobile davanti alla vetrata della terapia intensiva, gli occhi fissi su suo padre. Non distoglie lo sguardo nemmeno per un istante. Celine arriva in ospedale, il suo viso è una maschera di ansia. “Sono critiche”, sussurra Tolga. Le parole cadono pesanti, riempiendo l’aria di una gravità che nessuno osa spezzare.
