Il vento freddo della notte accarezzava la pelle di Gulcemal mentre varcava la soglia della stanza di Deva. Il silenzio era pesante, interrotto solo dal respiro affannoso della donna distesa sul letto. La sua fronte era imperlata di sudore, il viso pallido e le mani tremanti. Gulcemal si avvicinò lentamente, il cuore oppresso da un presentimento oscuro.
Un segreto nascosto troppo a lungo
Da tempo aveva notato la fragilità di Deva, i suoi momenti di debolezza improvvisi, gli sguardi persi nel vuoto. Ma lei aveva sempre nascosto il suo dolore dietro un sorriso forzato, rifiutandosi di mostrare la sua vulnerabilità. Ora, però, la verità era lì, evidente davanti ai suoi occhi.
Quando la chiamò con voce tremante, Deva aprì gli occhi lentamente, cercando di mascherare la sofferenza. «Non è niente, passerà» sussurrò con un filo di voce. Ma Gulcemal non poteva più ignorare ciò che vedeva.
Una scoperta sconvolgente
Deciso a capire cosa le stesse succedendo, Gulcemal si rivolse a un medico di fiducia. Il verdetto fu un colpo al cuore: Deva soffriva di una malattia rara e inspiegabile, qualcosa che la consumava giorno dopo giorno. Nessuno sapeva se ci fosse una cura, né quanto tempo le rimanesse.
Gulcemal si sentì crollare il mondo addosso. L’idea di perderla lo terrorizzava più di qualsiasi altra cosa. Si rese conto di quanto fosse importante per lui, di quanto il loro legame fosse più forte di ogni vendetta o rancore.
Il dolore del silenzio
Tornò da Deva, deciso ad affrontarla. «Perché non me l’hai detto?» le chiese con voce spezzata. Lei distolse lo sguardo, stringendo le lenzuola con le dita sottili. «Perché non volevo che tu mi vedessi così. Non volevo essere un peso per te.»
Gulcemal si inginocchiò accanto al letto, prendendole la mano con forza e determinazione. «Tu non sei un peso, Deva. Non lo sarai mai.»
Ma dentro di sé, sapeva che la battaglia che li aspettava sarebbe stata la più difficile di tutte.